PALERMO. Presenti all’appello tutte le scuole del capoluogo palermitano. Il Giorno della Memoria, anche quest’anno, ha chiamato a raccolta gli studenti e i loro insegnanti, “non esclusivamente – come si legge nel comunicato diffuso dall’Ufficio scolastico regionale – in forza delle leggi vigenti che ne dispongono la celebrazione per mantenere viva la memoria, ma con altrettanto più convinta e condivisa responsabilità educativa, civile e storica”.
“Informare e far riflettere gli alunni sulla Shoah, considerandola nella sua complessa dimensione di sofferenza, di colpa incancellabile e di monito alla pace” è l’obiettivo delle iniziative che si sono moltiplicate sul territorio.
A farne racconto proprio gli alunni di alcuni dei licei della città che con le dichiarazioni scritte di proprio pugno.
“La memoria – così ci scrive Alessandro Gurreri a margine dell’incontro con gli esponenti dell’Anpi organizzato dal liceo Vittorio Emanuele II – è coscienza, associazione di pensieri ed idee, un processo psicologico che a differenza di un semplice ricordo implica la riflessione. Tutti noi – continua lo studente, rappresentante d’istituto – abbiamo il dovere, in quanto persone e non individui, di costituire, salvaguardare e tramandare una memoria collettiva, frutto di studio e analisi, baluardo contro il pericolo delle nefandezze che, in assenza della stessa, possono riemergere”.
Tra gli esponenti dell’istituto siciliano di studi ebraici intervenuti al successivo incontro anche Claudia Ancona. Dalla sua testimonianza è rimasta colpita Alice Lannino VB, anche lei del Liceo del Cassaro.
“Ci ha raccontato la storia della sua famiglia, mostrandoci anche delle foto molto antiche ed emozionandosi in vari momenti. I suoi nonni e i suoi genitori non sono mai stati nei campi di concentramento, ma hanno dovuto subire continue persecuzioni e si sono ritrovati costretti a “vivere nell’ombra” per anni, senza la libertà di andare a scuola e con la paura di fare persino una semplice passeggiata. È stato diverso rispetto ad altre iniziative, perché solitamente siamo abituati a sentire le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento, invece stavolta abbiamo ascoltato tutto da un’altra prospettiva, ovvero quella di chi è stato costretto a fuggire e a nascondersi, utilizzando anche documenti falsi e cambiando non solo il proprio stile di vita, ma anche la propria identità”.
Alice ricorda anche l’impegno degli scout. “Purtroppo nessuno tratta mai l’argomento e credo sia davvero un peccato, dato che sono stati tra i primi a contrastare il fascismo e a rendersi utili, procurando documenti falsi e permettendo a molte famiglie (a volte anche accompagnandole in prima persona) di oltrepassare il confine di Ginevra”.
Altre iniziative al Meli, il Liceo classico di via Aldisio. I ragazzi del liceo hanno organizzato le attività già durante l’’assemblea d’Istituto tenutasi il martedì precedente. “È stato coinvolgente – ci scrive Ennio Galgano – l’incontro con Rita Calabrese, professoressa di Tedesco: ha approfondito alcuni aspetti della Shoah non ben conosciuti. Sono stati proiettati nelle aule anche cinque diversi film, che ovviamente con l’efficacia del linguaggio cinematografico ci hanno commosso e ‘lasciato senza parole’. A margine di questi eventi anche il dibattito presso l’Agorà della scuola: qui in diversi momenti è emersa la nostra commozione”.
Giovanni, rappresentante del Liceo Umberto, scrivendoci, ha ribadito a nome di tutta la comunità studentesca l’esigenza di affrontare il tema della Memoria costantemente e ancor più dettagliatamente. “Riteniamo fondamentale – sottolinea – che le scuole organizzino attività di incontro non soltanto durante certe ricorrenze, ma frequentemente così da pervenire ad un’approfondita conoscenza del passato per maturare un sempre più serrato dialogo interpersonale e una più approfondita riflessione sull’attualità. È dalla Memoria che costruiamo il futuro ma, prima ancora, comprendiamo il presente”.
In Prefettura nella sede di Villa Whitaker alla celebrazione istituzionale della Giornata della Memoria della Shoah, oltre le studentesse e gli studenti degli istituti di istruzione superiore Cassará e Cascino, anche gli alunni della classe IV E del Liceo Classico Garibaldi di Palermo, partecipanti al concorso del Ministero dell’Istruzione e del Merito “I giovani ricordano la Shoah”.
Alla presenza delle autorità, tra i molti momenti significativi, sono stati letti i brani tratti da un loro lavoro di scrittura creativa della classe quarta del Liceo G. Garibaldi “Storia di Bianca e Jacopo. Testimonianza di fratellanza, di musica e d’arte dal ghetto di Terezin” che è stato riconosciuto prodotto di valore culturale.
Durante l’incontro, inoltre, è stata consegnata una medaglia d’onore alla figlia del carabiniere del carabiniere Salvatore Terrana, deportato nei lager durante la seconda guerra mondiale. Con lei il nipote Marco. “È stato emozionante – scrive Maria Montante, tra gli alunni della IV E del liceo Garibaldi – ascoltare le parole della signora. La forza del legame fra nonna e nipote si poteva percepire sin da lontano, si sorreggevano e si davano forza a vicenda. Questa testimonianza credo sia stata davvero molto utile per noi giovani che a volte perdiamo il senso delle nostre origini”.
Queste iniziative, come le altre che hanno interessato tutte le scuole del capoluogo, hanno il merito di fare cultura. Ma è proprio “la cultura – e ci piace concludere con le parole di Alessandro Gurreri – il mezzo più efficace, il tramite più pericoloso e la paura più grande per le dittature. La cultura, se coltivata, servendosi della memoria, diviene indipendenza. E indipendenza e coscienza critica sono strumenti essenziali, affinchè atrocità come l’olocausto vengano definitivamente consegnate alla storia”.
Indipendenza e coscienza critica ne vengono allora da queste iniziative che non sono solo intrattenimenti; indipendenza e coscienza critica che i nostri giovani invocano per sé e per tutti a salvaguardia del presente e del futuro.