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giovedì, 20 Marzo 2025
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L’Università diffusa: a Palermo 13 percorsi per raggiungere le periferie

L'ateneo con scuole e associazioni realizza una rete per la "creazione di occasioni di integrazione e di formazione permanente, per favorire lo sviluppo e il rafforzamento solidale del territorio"

Consuelo Maria Valenza
Consuelo Maria Valenza
Insegnante, laureata in Filosofia e Scienze della formazione Primaria all'Università degli Studi di Palermo. Ha lavorato per dodici anni presso l'ufficio stampa della Conferenza Episcopale Siciliana. Collabora con diverse riviste e giornali. Cura la comunicazione e la pubblicità di attività commerciali e non. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24".
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PALERMO. Oltre le sue aule, al di là dei perimetri consueti. Così anche quest’anno l’Ateneo palermitano ha rilanciato, in accordo con Associazioni e scuole, la seconda edizione di Università diffusa.
Tredici i percorsi tematici proposti in risposta alle urgenze locali. In partenariato con l’Università palermitana, oltre l’associazione “Opera don Calabria”, l’associazione “Casa Àncora”, l’associazione “Parco del Sole”, anche le scuole di quartiere che hanno offerto i propri spazi, allargandoli per ospitare in orari non soliti i nuovi alunni. Così il Liceo Regina Margherita, il Liceo classico statale “Vittorio Emanuele II”, il Liceo Scientifico Benedetto Croce e l’Istituto comprensivo Lombardo Radice che con il plesso Verga insiste nel quartiere Albergheria e l’istituto comprensivo “Colozza Bonfiglio”.

Un lavoro di rete che – come già precisato l’anno scorso dal Rettore, Massimo Midiri – ha avuto e ha come obiettivo “la creazione di occasioni di integrazione e di formazione permanente, di collaborazione tra diverse realtà e diverse generazioni per favorire lo sviluppo e il rafforzamento solidale del nostro territorio”.
A tema, oltre la storia del quartiere, la biologia e chimica nel mondo circostante, oltre la lettura recitata e il teatro, l’interculturalità e la convivenza pacifica, anche l’educazione alla salute e all’alimentazione, la gestione nonviolenta dei conflitti, la mediazione sociale e la giustizia riparativa.

Destinatari non solo studentesse e studenti ma anche persone adulte: quasi trecento quelli che a termine percorso hanno ricevuto lo scorso lunedì nell’atrio di Palazzo Steri l’attestato di partecipazione.
“Molti i giovani e giovanissimi, molti gli adulti – così Andrea Cozzo, delegato del Rettore per le Attività formative sul territorio – che hanno partecipato. Non solo loro quelli soddisfatti ma anche i referenti delle Associazioni e delle scuole e i trentotto docenti universitari che hanno gratuitamente prestato il loro servizio nei mesi scorsi, tra questi, in particolare, Franco Giorgianni e Patrizia Proia che mi hanno affiancato nell’organizzazione e nella gestione delle risorse”.

Rispetto all’anno precedente le richieste sono aumentate. “L’articolazione teorico-pratica dei percorsi, la modalità laboratoriale e l’intervento di esperti – così Andrea Cozzo – sono i punti di forza dei corsi che hanno approfondito tematiche urgenti. In alcuni casi, è stato necessario sdoppiare percorsi per il numero di richieste, in particolare, quelli su Educazione alla sessualità e ai pregiudizi di genere, a motivo della sua rilevanza per gli adolescenti e non solo, e su Dipendenze patologiche e riduzione del danno, a motivo delle devastanti conseguenze che ormai sono fin troppo note”.

Quindi, durante le venticinque ore previste, i venti partecipanti hanno ascoltato i docenti intervenuti e hanno, attraverso diverse metodologie, discusso in gruppo sugli argomenti scelti. Il confronto è stato intergenerazionale: allo stesso tavolo sedicenni e settantenni. Punti di vista diversi ma per una più ampia prospettiva.

Ad aneddoto il racconto di Elena Mignosi, docente di Pedagogia dell’Ateneo di Palermo. Il ricordo è quello di una insegnante di circa cinquantanni che durante una attività esperienziale si è commossa: ad ascoltarla con cura e attenzione una sedicenne. Uno dei tanti episodi che hanno animato, “sono stati anima” degli incontri di uno dei percosi di Università diffusa, quello su Gestione non violenta dei conflitti che si sono tenuti nel plesso Verga dell’Istituto comprensivo Lombardo Radice.

Una proposta tematica che come le altre, solo da un’angolatura diversa, vuole ridisegnare una nuova città. “Il corso su Gestione non violenta dei conflitti – così la Mignosi – è stato pensato e definito perché è alla base di un cambiamento sociale. Una prospettiva sul mondo che è sempre nuova perché sempre attuali sono le emergenze, soprattutto nei quartieri a rischio”.

Il corso, come i tredici che sono stati attivati a settembre, ha non solo offerto una formazione professionale – erano anche presenti operatori che lavorano nel quartiere dell’Albergheria e docenti del plesso Verga – ma anche personale. “I due piani – continua la Mignosi – si sono sovrapposti per offrire competenze che certamente non possono essere risolutive ma che contribuiranno a creare una cultura non violenta, che contribuiranno a recuperare le disfunzionalità relazionali diffuse in alcuni quartieri palermitani. Il percorso è lungo ma anche attraverso l’impegno dell’Università che si fa diffusa, uscendo da posizioni arroccate ed esercitando il suo ruolo “politico” – a vantaggio della città – è possibile”.

L’Università, quindi, si fa prossima. “Diventa – continua la docente – una risorsa sociale della municipalità. Proprio per questo sarebbe necessario in una governance di rete anche l’impegno municipale, che attraverso la messa a disposizione di strumenti e risorse come avviene anche in altre città europee, consenta l’istituzionalizzazione dell’Università diffusa” .

Diffusa. Oltre le aule, al di là dei perimetri consueti nella città e per tutti i suoi abitanti, anche per quelli che all’Università non sono mai andati e magari avrebbero voluto, per quelli che nelle ore dei corsi hanno acquisito competenza e hanno approfondito conoscenze, anche per quelli che con grande soddisfazione hanno ricevuto un attestato di partecipazione lo scorso lunedì nell’atrio di Palazzo Steri. Studenti di un’ Università che si apre a tutti e che allargando i propri confini tutti include.

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