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lunedì, 30 Giugno 2025
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Violenza sulle donne, il “mai più” col video “Sciarpe rosse: il dovere di cambiare”

Proiettata all’Università di Palermo la clip realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, in occasione della Giornata internazionale

Alice Marchese
Alice Marchese
Classe 1998, giornalista pubblicista, laureata in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali. Racconta storie di giovani migranti, donne e progetti che vedono protagonista la Sicilia e non solo. Scrive anche per altre testate online
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PALERMO. “Conoscere ci rende liberi e ci permette di agire nei confronti di un fenomeno che sta dilagando”. A dirlo è Licia Adalgisa Callari, professoressa dell’Università di Palermo; insieme al Dipartimento Spef, al Centro Sperimentale di Cinematografia in collaborazione con la Polizia di Stato è stato realizzato “Sciarpe rosse: il dovere di cambiare”, un video non profit in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. È stato proiettato nei giorni scorsi nell’Ateneo di Palermo. “La sciarpa rossa è una linea di sangue che dobbiamo interrompere”, afferma la docente universitaria. L’obiettivo è quello di creare uno strumento didattico coinvolgendo le scuole. Sensibilizzare su un tema così brutale non è l’unica via: è essenziale partire dall’educazione affinché questo fenomeno si estingua. Hanno presieduto l’evento Leopoldo Laricchia, Questore della Provincia di Palermo, Beatrice Pasciuta, Prorettrice all’Inclusione, Pari Opportunità e Politiche di Genere, Gioacchino Lavanco, Direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione e Licia Adalgisa Callari, docente di Letteratura Teatrale Italiana. È stato inoltre inaugurato il murale “Di rose e d’amor fendente” opera dell’artista Daniela Balsamo.

Le Onde Onlus: centro antiviolenza di Palermo

Presente all’evento Le Onde Onlus, associazione nata per la prevenzione e contrasto alla violenza maschile verso le donne. Un porto sicuro dove chi è vittima di violenza può trovare conforto, soprattutto in un periodo critico come è stato quello del lockdown. “Nel 2020 le vittime sono rimaste a casa e il contatto giornaliero con il carnefice ha causato una recrudescenza del fenomeno. Dunque c’è stata una maggiore richiesta di aiuto e anche noi ci siamo attrezzati con nuovi strumenti per tendere una mano- dice Maria Grazia Patronaggio, presidente de Le Onde Onlus -. Si comincia con una telefonata o con un messaggio e si prosegue con un percorso in presenza. Le donne che si sono rivolte a noi nel 2020 sono state 20.015 e conoscevano già la nostra realtà”.

La violenza domestica e il lockdown

Per molto tempo la casa è stato il luogo dove ci si doveva rifugiare per sfuggire al contagio dal Covid19, ma purtroppo non per tutte le mura domestiche erano sinonimo di sicurezza.  Grazie ai social durante la pandemia questa associazione ha focalizzato l’attenzione su questa problematica e le vittime hanno risposto. “Le donne hanno in se stesse la forza di uscire da questa situazione. La violenza maschile non è un destino, i centri come il nostro possono trasformare la vita di chi subisce queste brutture”.

Le Onde Onlus e il progetto Pleadi

“Ci sono donne che ce l’hanno fatta e che si sono create una nuova vita. Come centro antiviolenza stiamo gestendo un progetto pon Pleiadi finanziato dal comune di Palermo – dice Mara Cortimiglia, coordinatrice del centro antiviolenza Le Onde -. Le operatrici rispondono per 10 ore al giorno dal lunedì al sabato festivi esclusi. Il numero è 091327973. A volte può essere il primo step o anche l’unico per chi fisicamente non può presentarsi al centro sia a causa del controllo del compagno violento oppure perché impossibilitate a raggiungere il posto. In questo modo viene garantito un percorso telefonico con degli appuntamenti”. L’operatrice potrà attivare consulenze legali o psicologiche; sarà possibile portare avanti delle pratiche per la protezione della donna all’interno di case rifugio. “Ultimamente ci sono state consulenze con commercialiste grazie ad un  protocollo d’intesa fra Le Onde, il comune di Palermo e l’Ordine dei commercialisti di Palermo e Termini Imerese”.

L’App Youpol della Polizia di Stato

Presente all’Università degli Studi di Palermo anche la Polizia di Stato con il progetto Camper. Giovanna Giaquinto, vicequestore aggiunto della Polizia di Stato pone l’accento sulla violenza domestica e sulla nuova app dove è possibile inviare segnalazioni di questo genere. “Abbiamo un’app chiamata Youpol. Chiunque può inviare un messaggio supportato da audio o video che immediatamente arriva alla sala operativa dedicata all’applicazione così da mandare una volante sul posto indicato”.

Progetto Camper

Il camper è un’unità mobile della Polizia. Fa parte della campagna informativa nazionale “Questo non è amore” volta all’avvicinamento di vittime o potenziali vittime di questi reati e di costruire una consapevolezza sociale su questa tematica.

Io sono Adila

“Io sono Adila” è il libro di Malala Yousafzai apparso durante la proiezione del video proposto dall’Ateneo. Ad averlo letto è Elisabetta Maria Buffa, una bambina a cui è stata proposta quest’opera che punta ad una formazione più consapevole e affronta il tema del velo in Pakistan e della lotta per l’affermazione di se stessi. “Affinché mia figlia possa avere coscienza di sé e possa riconoscersi questo diritto e che questo non venga oltraggiato da nessuno”, dice Liana Affatigato insegnante alla scuola Gabelli e madre di Elisabetta.

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