Libri illustrati, senza parole. Libri di immagini: impressi i cieli e la primavera. Rappresentazioni capaci di sviluppare associazioni di pensiero. Su una pagina una composizione grafica, su quella accanto una simile, ma con qualche differenza. Sono i libri donati dalla biblioteca IBBY Lampedusa alle ong Sea-Watch, Open Arms e Mediterranea, stasera a Palermo, nel coworking di Moltivolti. È cominciato così il progetto “Book on board”, con l’obiettivo di inserire questo genere di libri nelle pratiche di accoglienza a bordo delle navi che attraversano il Mediterraneo per salvare i naufraghi nel Mediterraneo. Partner di Biblioteca IBBY Lampedusa sono: Ibby International, IBBY Italia e Azienda Speciale Palaexpo di Roma.
A ciascuna ong è stata consegnata una grande valigia rossa con 22 volumi e un tappeto per una “buona lettura”. Dentro anche una risma di fogli e i colori per realizzare dei disegni che potranno poi essere appesi nello spazio delle letture. Così si auspica che “le persone a bordo possano distrarsi e non ripensare alle situazioni disumante che hanno vissuto”, spiega Deborah Sorìa della biblioteca IBBY Lampedusa. “Abbiamo scelto di donare alle persone salvate dalle navi delle ong dei libri, perché rappresentano una parte di noi – riferisce -. Abbiamo notato l’importanza che siano a bordo sempre, non solo nei momenti dell’emergenza. I volumi sono stati selezionati senza parole per situazioni di paura e sconforto. Possono permettere alle persone di immaginare di trovarsi in un’altra situazione. E poi non c’è bisogno di sapere che lingua parli chi si avvicina al libro”.
A ritirare le valigie per Mediterranea Saving Humans, il capomissione Luca Casarini; per Sea-Watch la portavoce, Giorgia Linardi. “La rivoluzione è che queste persone vengano trattare come persone – dice Casarini – Questa iniziativa per noi è un segnale d’amore. Ce ne siamo accorti durante la quarantena che abbiamo fatto a un miglio dal porto di Augusta. Spontaneamente in tanti ci hanno mandato libri, fumetti, che avevano a casa. Ci siamo accorti che era un segno di cura. Inoltre, questo materiale – carta e pennarelli – ci aiuterà anche a gestire il rapporto con i bambini salvati”. “È un progetto accolto con grande entusiasmo a bordo – aggiunge Linardi -. Da quando è diventata una pratica quella di far attendere le persone sulle nostre navi prima che tocchino terra è fondamentale variare le attività a bordo. In modo che l’unico impegno per i naufraghi salvati non sia dover aspettare e ricordare quello che hanno vissuto. È importante far pensare quelle persone ad altro che non sia la Libia e il loro viaggio”.
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